Centri italiani per conoscere e vivere la Missione: Gallico di Reggio Calabria
IL PARCO
IL PARCO
DELLA MONDIALITA’
DI GALLICO SUPERIORE (RC)

La Missione in un giardino
Quando l’insegnante di religione chiese agli studenti della IIc della Scuola Media di Gallico Superiore (RC) chi fosse secondo loro il personaggio più meritevole di essere ricordato in un racconto di classe, la studentessa che sedeva al secondo banco alzò la mano e disse che lei ne avrebbe scritto uno molto bello. Fu così che la storia di Jamal di Manuela Caracciolo fu scelta dall’insegnante come la più meritevole per ricordare padre Aurelio Cannizzaro, il saveriano fondatore del Parco della Mondialità, nel decimo anniversario della sua morte.
Negli anni ’60, questo missionario tutto pelato e tutto pepe si era preso l’impegno di passare da una città all’altra della Penisola con un vecchio proiettore “passo-16”, qualche pellicola e tanti libri che raccontavano storie incredibili come la sua tra i primitivi delle isole Mentawai, le più piccole e le più sperdute dell’arcipelago indonesiano. Il P. Aurelio era stato il primo missionario cattolico a visitarle e il racconto delle sue gesta riusciva sempre a tenere col fiato sospeso centinaia di persone. Quando arrivò nella mia città si scomodarono persino il vescovo con il capitolo della cattedrale e tutta la giunta comunale per vederlo e per ascoltarlo in un teatro gremito di associazioni cattoliche e di semplici curiosi fino all’orlo del palcoscenico.
Finito di fare il propagandista missionario e il direttore di “Voci d’oltre mare” VOM, una rivista per ragazzi generosi edita a Parma dai saveriani, il padre Cannizzaro ottenne di assistere per qualche tempo la madre inferma che abitava a Reggio Calabria. Qui accettò anche l’incarico di curare una comunità cristiana che si radunava presso il santuario in onore della Madonna della Grazia, attorno al quale cominciò a creare opere eccezionali per concezione e realizzazione che secondo i suoi calcoli avrebbero facilitato la conoscenza del mondo missionario sia nei devoti della Madonna accorsi dai paesi vicini che nei tanti visitatori che lui era certo sarebbero arrivati al Parco della Mondial
ità da ogni parte d’Italia.
La Missione e la Storia della Salvezza sono vividamente scolpite nel marmo, modellate nel cemento, nella geniale planimetria del giardino che accoglie attività ricreative e associative, nelle ricostruzioni di templi e minareti attorno ad un anfiteatro greco al cui centro sta il Natale dei popoli. Veri capolavori che lasciano una profonda impressione nei visitatori, come hanno lasciato il segno nella giovane studentessa di Gallico che ci ha regalato il seguente racconto.
Ai visitatori
DI GALLICO SUPERIORE (RC)

La Missione in un giardino
Quando l’insegnante di religione chiese agli studenti della IIc della Scuola Media di Gallico Superiore (RC) chi fosse secondo loro il personaggio più meritevole di essere ricordato in un racconto di classe, la studentessa che sedeva al secondo banco alzò la mano e disse che lei ne avrebbe scritto uno molto bello. Fu così che la storia di Jamal di Manuela Caracciolo fu scelta dall’insegnante come la più meritevole per ricordare padre Aurelio Cannizzaro, il saveriano fondatore del Parco della Mondialità, nel decimo anniversario della sua morte.
Negli anni ’60, questo missionario tutto pelato e tutto pepe si era preso l’impegno di passare da una città all’altra della Penisola con un vecchio proiettore “passo-16”, qualche pellicola e tanti libri che raccontavano storie incredibili come la sua tra i primitivi delle isole Mentawai, le più piccole e le più sperdute dell’arcipelago indonesiano. Il P. Aurelio era stato il primo missionario cattolico a visitarle e il racconto delle sue gesta riusciva sempre a tenere col fiato sospeso centinaia di persone. Quando arrivò nella mia città si scomodarono persino il vescovo con il capitolo della cattedrale e tutta la giunta comunale per vederlo e per ascoltarlo in un teatro gremito di associazioni cattoliche e di semplici curiosi fino all’orlo del palcoscenico.
Finito di fare il propagandista missionario e il direttore di “Voci d’oltre mare” VOM, una rivista per ragazzi generosi edita a Parma dai saveriani, il padre Cannizzaro ottenne di assistere per qualche tempo la madre inferma che abitava a Reggio Calabria. Qui accettò anche l’incarico di curare una comunità cristiana che si radunava presso il santuario in onore della Madonna della Grazia, attorno al quale cominciò a creare opere eccezionali per concezione e realizzazione che secondo i suoi calcoli avrebbero facilitato la conoscenza del mondo missionario sia nei devoti della Madonna accorsi dai paesi vicini che nei tanti visitatori che lui era certo sarebbero arrivati al Parco della Mondial
ità da ogni parte d’Italia.La Missione e la Storia della Salvezza sono vividamente scolpite nel marmo, modellate nel cemento, nella geniale planimetria del giardino che accoglie attività ricreative e associative, nelle ricostruzioni di templi e minareti attorno ad un anfiteatro greco al cui centro sta il Natale dei popoli. Veri capolavori che lasciano una profonda impressione nei visitatori, come hanno lasciato il segno nella giovane studentessa di Gallico che ci ha regalato il seguente racconto.
Ai visitatori
MONDIALITA’
E’ USCIRE DAL CHIUSO DELL’IO
PER RITROVARSI IN DIO,
AMORE
PER TUTTO L’UOMO
PER TUTTI GLI UOMINI
PER TUTTI I VIVENTI
PER TUTTE LE COSE
La storia di Jamal
“Il ragazzo leggeva e rileggeva questi versi scolpiti su una fredda lastra di pietra in prossimità dell’ingresso del parco, di fronte ad un grande spiazzale che si estende davanti al Santuario della Madonna della Grazia, senza comprenderne il significato. Una sola cosa in quella fredda mattina d’inverno gli era chiara: non aveva mai incontrato nessuno che avesse superato i confini del proprio io… Nessuno che avesse saputo spiegargli perché gli uomini vengono emarginati dai propri simili… E ancora una volta non riusciva a trovare il senso di quelle parole. E si sentiva tanto lontano da quel Dio in cui spesso aveva confidato, ma che gli era sembrato sempre sordo davanti ad ogni sua richiesta d’aiuto.
Intanto i morsi della fame si facevano sentire ed il freddo era sempre più pungente: un luogo caldo sarebbe stato l’ideale.
I suoi pensieri ad un tratto furono interrotti da una voce forte: “ Hai fame? ”.
Un uomo sulla quarantina, robusto, con i capelli castani, stava in piedi sulle scale della chiesa.
“ Non avere paura! Vieni… Io sono padre Nicola, tu come ti chiami? ”.
Il ragazzo non sapeva bene cosa dire, cosa fare: degli uomini aveva smesso di fidarsi da tempo. Ma quell’uomo non gli sembrava uguale agli altri e qualcosa lo spinse a rispondere: “ Sono Jamal ”. Sorridente e immobile, l’uo
mo continuava a fissarlo; “ Ma che fai lì? Fa freddo! Vieni, mangiamo qualcosa.”.
Si, quell’uomo non era uguale a tutti gli altri: non era cattivo con lui, non gli dava ordini ed era gentile e sorridente. Dopo aver pranzato insieme, Nicola aveva proposto al ragazzo di fare una passeggiata, di andare a visitare con lui un posto speciale.
“ Ho visto che prima stavi leggendo questa scritta. Queste parole sono di padre Aurelio Cannizzaro, un uomo molto saggio. Un uomo pieno di vita… pieno d’amore… pieno di Dio! Ha dedicato tutta la sua vita ad aiutare le popolazioni meno fortunate, dove la fame e la miseria provocano molte vittime… Quest’uomo è uno dei miei punti di riferimento: io sono un missionario come lui era stato. Prima di morire ha compiuto l’ultima delle sue opere: IL PARCO DELLA MONDIALITA’ ”. Vieni, facciamo un giro! Penso che questo sia il posto più bello che si trovi a Gallico. Il parco rappresenta una ricchezza per questo paese.
Pensa, che su quasi tre ettari di superficie accidentata, ottenuti redimendo il greto di una fiumara morta che era praticamente una pubblica discarica, il Parco della Mondialità è stato portato alla luce più di trent’anni fa con grande gioia e tanta forza di volontà. Vedi questo mosaico? Raffigura il mondo; è da qui che parte il concetto di MONDIALITA’. È qui che tutti, lontani, possono essere vicini. Dai un’occhiata lì: giostre, campi da calcio e, poi, guarda il viale! È la Via Crucis. ”
Tappa per tappa, padre Nicola raccontava a Jamal della vita di Cristo… della grandezza di Dio. E piano piano il ragazzo cominciava a guardarsi attorno con occhi diversi… occhi senza paura, che guardano al significato delle cose.
Il Calvario compariva dietro un grande salice, e sulla sommità della roccia, apparivano tre croci. Jamal poteva finalmente vedere in quella statua centrale tutta la sofferenza di quell’uomo che non aveva avuto paura di amare… e, negli occhi della madre, in ginocchio di fronte al figlio crocifisso, l’angoscia di quel momento.
“ Respira profondamente, ragazzo! Guardati attorno: questo posto è tuo e di tutte le altre persone che riescono a superare l’egoismo, il male, l’ignoranza e trovano la forza di amare Dio e gli uomini! Voglio che ricordi alcune parole pronunciate dall’ultimo re d’Italia Umberto di Savoia a padre Aurelio: ‘ Beati voi che vi siete attaccati ad un Re che non tramonta ’.”
Il sole scompariva dietro le fronde e Jamal percorreva la via del ritorno con una forte, inspiegabile, gioia nel cuore.
Manuela Caracciolo, Iic
Al Santuario della Madonna della Grazia e al Parco della Mondialità presta servizio una comunità di missionari saveriani reduci dall’Indonesia, dal Brasile e dalla Sierra Leone. Questo è il loro indirizzo: Santuario Madonna della Grazia – Parco della Mondialità, Missionari Saveriani, via Rimembranze 12, 89055 GALLICO (RC). Tel. 0965.370.304
E’ USCIRE DAL CHIUSO DELL’IO
PER RITROVARSI IN DIO,
AMORE
PER TUTTO L’UOMO
PER TUTTI GLI UOMINI
PER TUTTI I VIVENTI

PER TUTTE LE COSE
La storia di Jamal
“Il ragazzo leggeva e rileggeva questi versi scolpiti su una fredda lastra di pietra in prossimità dell’ingresso del parco, di fronte ad un grande spiazzale che si estende davanti al Santuario della Madonna della Grazia, senza comprenderne il significato. Una sola cosa in quella fredda mattina d’inverno gli era chiara: non aveva mai incontrato nessuno che avesse superato i confini del proprio io… Nessuno che avesse saputo spiegargli perché gli uomini vengono emarginati dai propri simili… E ancora una volta non riusciva a trovare il senso di quelle parole. E si sentiva tanto lontano da quel Dio in cui spesso aveva confidato, ma che gli era sembrato sempre sordo davanti ad ogni sua richiesta d’aiuto.
Intanto i morsi della fame si facevano sentire ed il freddo era sempre più pungente: un luogo caldo sarebbe stato l’ideale.
I suoi pensieri ad un tratto furono interrotti da una voce forte: “ Hai fame? ”.
Un uomo sulla quarantina, robusto, con i capelli castani, stava in piedi sulle scale della chiesa.
“ Non avere paura! Vieni… Io sono padre Nicola, tu come ti chiami? ”.
Il ragazzo non sapeva bene cosa dire, cosa fare: degli uomini aveva smesso di fidarsi da tempo. Ma quell’uomo non gli sembrava uguale agli altri e qualcosa lo spinse a rispondere: “ Sono Jamal ”. Sorridente e immobile, l’uo
mo continuava a fissarlo; “ Ma che fai lì? Fa freddo! Vieni, mangiamo qualcosa.”.Si, quell’uomo non era uguale a tutti gli altri: non era cattivo con lui, non gli dava ordini ed era gentile e sorridente. Dopo aver pranzato insieme, Nicola aveva proposto al ragazzo di fare una passeggiata, di andare a visitare con lui un posto speciale.
“ Ho visto che prima stavi leggendo questa scritta. Queste parole sono di padre Aurelio Cannizzaro, un uomo molto saggio. Un uomo pieno di vita… pieno d’amore… pieno di Dio! Ha dedicato tutta la sua vita ad aiutare le popolazioni meno fortunate, dove la fame e la miseria provocano molte vittime… Quest’uomo è uno dei miei punti di riferimento: io sono un missionario come lui era stato. Prima di morire ha compiuto l’ultima delle sue opere: IL PARCO DELLA MONDIALITA’ ”. Vieni, facciamo un giro! Penso che questo sia il posto più bello che si trovi a Gallico. Il parco rappresenta una ricchezza per questo paese.
Pensa, che su quasi tre ettari di superficie accidentata, ottenuti redimendo il greto di una fiumara morta che era praticamente una pubblica discarica, il Parco della Mondialità è stato portato alla luce più di trent’anni fa con grande gioia e tanta forza di volontà. Vedi questo mosaico? Raffigura il mondo; è da qui che parte il concetto di MONDIALITA’. È qui che tutti, lontani, possono essere vicini. Dai un’occhiata lì: giostre, campi da calcio e, poi, guarda il viale! È la Via Crucis. ”
Tappa per tappa, padre Nicola raccontava a Jamal della vita di Cristo… della grandezza di Dio. E piano piano il ragazzo cominciava a guardarsi attorno con occhi diversi… occhi senza paura, che guardano al significato delle cose.
Il Calvario compariva dietro un grande salice, e sulla sommità della roccia, apparivano tre croci. Jamal poteva finalmente vedere in quella statua centrale tutta la sofferenza di quell’uomo che non aveva avuto paura di amare… e, negli occhi della madre, in ginocchio di fronte al figlio crocifisso, l’angoscia di quel momento.
“ Respira profondamente, ragazzo! Guardati attorno: questo posto è tuo e di tutte le altre persone che riescono a superare l’egoismo, il male, l’ignoranza e trovano la forza di amare Dio e gli uomini! Voglio che ricordi alcune parole pronunciate dall’ultimo re d’Italia Umberto di Savoia a padre Aurelio: ‘ Beati voi che vi siete attaccati ad un Re che non tramonta ’.”
Il sole scompariva dietro le fronde e Jamal percorreva la via del ritorno con una forte, inspiegabile, gioia nel cuore.
Manuela Caracciolo, Iic
Al Santuario della Madonna della Grazia e al Parco della Mondialità presta servizio una comunità di missionari saveriani reduci dall’Indonesia, dal Brasile e dalla Sierra Leone. Questo è il loro indirizzo: Santuario Madonna della Grazia – Parco della Mondialità, Missionari Saveriani, via Rimembranze 12, 89055 GALLICO (RC). Tel. 0965.370.304
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